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Una delle configurazioni forse enigmatiche del Call Manager è quella della voce “DEVICE” della maschera principale d’amministrazione che definisce gli altri sistemi (in altri termini i dial peer voip) con cui il Call Manager stesso deve poter comunicare.
La confusione deriva dall’ambiguità delle strutture sintattiche utilizzate che assumono nomi non omogenei (fig. 1) ad esempio: Intercluster Trunk (Gatekeeper e non Gatekeeper controlled), Trunk 225 (solo Gatrekeeper controlled), Trunk SIP, Gateway H323 e non.
Tali sistemi vanno preventivamente configurati dalla voce Device (fig. 2) ma è importante far notare che le configurazioni sono dichiarazioni di “ esistenza” e non (a parte il caso dei Gateway MGCP) di possesso.
Nelle maschere in cui è previsto un campo “Nome” , oltre ad un campo indirizzo IP, il primo è relativo all’identificativo della struttura sintattica stessa all’interno del Data Base, mentre il secondo è il reale indirizzo IP del peer (fig.3).
Nelle maschere in cui è previsto invece solo il campo “Nome” (fig. 4), in questo si può specificare l’indirizzo IP del peer oppure, solo nel caso sia presente e attivo, un DNS, il nome del peer (che dev’essere comunque risolto in un indirizzo IP raggiungibile all’atto della chiamata).
Alle dichiarazioni dei Device vanno poi associati dei Route Pattern, definiti nella voce “ Call Routing” (fig. 5) ed è proprio attraverso la coppia Route Pattern –Device associato, che il Call Manager è in grado di raggiungere le numerazioni esterne. Se tali associazioni sono scorrette, o il device mal dichiarato, la chiamata non potrà essere inoltrata.
Può essere utile, al fine di verificare la corretezza delle configurazioni effettuate, la sottovoce “Call Routing Report “ della voce principale “Call Routing”. (fig. 6).
I protocolli di segnalazione VOIP utilizzati sono definiti dal tipo di Device configurato. È ovvio che nel caso di un SiP Trunk , sia SIP , meno ovvio si tratti sempre di H323, nel caso di un Trunk 225, di un Gateway H323 o di un Intercluster Trunk.
Una vistosa eccezione è costituita dalla dichiarazione di un Gateway MGCP che dev’essere identificato SOLO per nome (fig. 7). Il motivo è che è compito del Gateway stesso presentarsi con quel nome al Call Manager (che nel caso assume la funzionalità di Call Agent ) per farsi “asservire”. Alla fine, il Gateway risulterà registrato nel Data Base del CallManager che ne assumerà il pieno controllo (al pari di ciò che accade per un Telefono IP).
Un modo conveniente di pensare potrebbe essere quello di considerara un Gateway MGCP come un pezzo di Hardware remoto, raggiungibile via IP , ma da configurare e utilizzare come se l’hardware fosse direttamente inserito nello chassis del server fisico che alloggia il Call Manager).